Scuola in Rigenerazione Urbana e ambientale
Lectio magistralis di Prodi a 3mila studenti

Roma, 20 novembre 2014



Formazione, ricerca, ambiente: sono le tre parole chiave attraverso cui passano la rinascita del Paese e la ripresa dell'economia. E sono i tre pilastri della Scuola di Specializzazione in "Rigenerazione urbana e ambientale", progettata dall'Università Telematica Pegaso e presentata il 20 novembre a Roma nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Bonadies. Ospite d'eccezione Romano Prodi, che ha tenuto una lectio magistralis sul tema "L'Europa nel tempo della confusione globale", seguita in diretta streaming da 3mila studenti.

La scuola, diretta dal Prof. Alessandro Bianchi, si propone di formare operatori e professionisti nel campo delle azioni progettuali che riguardano le città. Master di primo e secondo livello, corsi di alta formazione in modalità e-learning e una Summer School in presenza che si svolgerà a Ravello presso il Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali: sono queste le attività che l'Università Pegaso metterà in campo con il contributo di esperti del settore e di accademici illustri.

"Stiamo assistendo a fatti drammatici - ha detto Bianchi nel suo intervento di presentazione - la natura si sta ribellando all'uomo. Le città stanno implodendo e il degrado sociale sta raggiungendo livelli altissimi. La riqualificazione urbana oggi non basta più. Serve una rigenerazione profonda. La congestione del traffico, l'inquinamento, la speculazione edilizia, lo spreco energetico, la mancata sicurezza, i rifiuti, la perdita della forma urbis, sono tra i problemi più comuni di una città, che soltanto la pianificazione di procedure mirate e sapienti è in grado di risolvere. Per questo, abbiamo progettato questa Scuola".

Una sfida che solo una università giovane come la Pegaso poteva cogliere, perché ha come destinatari le future generazioni, che erediteranno un ambiente già fortemente danneggiato. "E’ un progetto, questo - dice Danilo Iervolino, presidente della Pegaso - che guarda ai giovani. Non possiamo permetterci di lasciare loro solo debiti e recriminazioni. Abbiamo il dovere di pensare al loro futuro. La formazione è l'inchiostro vivo con cui riscrivere la storia del nostro Paese".

E ai 3mila studenti che seguivano il convegno in diretta streaming, si è rivolto il Prof. Romano Prodi nella sua lectio magistralis. Ha parlato di un'Europa in crisi, "dove regna la confusione globale e dove si è persa la capacità di agire politico". "I nostri problemi sono tantissimi - ha affermato - eppure l'Europa sembra vivere una stagnazione irreversibile. Sembra che abbia perso la capacità di decidere. Ma la crisi economica necessita di decisioni politiche immediate. È vero, qualcosa si sta muovendo, ma sono solo piccoli passi rispetto a tutto quello che c'è da fare". Nessun pessimismo, però, sul futuro dei giovani: "Devono solo avere la capacità di reinventarsi. Come? Partendo dallo studio e dalla formazione. L'unico consiglio che posso dare, da professore - ha concluso Prodi - è che raggiungano livelli di preparazione altissima. Solo così si può riuscire a trovare uno spazio nel mondo del lavoro. Creatività e studio: senza questi non si va da nessuna parte".

Alla conferenza stampa era presente anche il Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, che ha sottolineato la necessità di superare il modello di produzione industriale del Novecento: "E’ stato vincente per molto tempo, ma ora non basta più perché consuma troppe risorse e produce troppi rifiuti. Non ce lo possiamo più permettere. Se continuiamo così perderemo intere zone del nostro territorio abitato e le conseguenze le pagheranno i nostri figli. Dobbiamo lasciare loro un ambiente migliore".

Le conclusioni sono state affidate ad Alfonso Andria, presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, presso la cui sede, in Ravello, sarà ospitata un'articolazione della Scuola di Specializzazione attraverso la Summer School. “Un’iniziativa come questa – ha detto – rappresenta un momento importante non solo dal punto di vista formativo ma anche educativo. La crisi impone un ripensamento delle strategie, in particolare di quelle che riguardano lo sviluppo dei territori e delle periferie. Una scuola come questa può indurre crescita e coesione sociale, oltre alla creazione di nuovi modelli di governance. Da anni Federculture e il nostro Centro, attraverso i Colloqui internazionali di Ravello Lab, sviluppano la riflessione sul rapporto tra cultura e sviluppo, che a me pare fortemente interconnesso col progetto che, grazie a Pegaso e al Prof. Bianchi, prende avvio".